Nel mondo ci sono centinaia di varietà di tè verde, tanto che è impossibile definire in maniera univoca questa categoria. Sicuramente è la tipologia di tè più bevuta in Cina e viene coltivato praticamente in tutta l’Asia. Dalla Cina al Giappone, fino ad arrivare alla Corea, al Vietnam e addirittura in India si possono trovare buone coltivazioni di tè verde. Ovviamente le differenze di territorio, clima, lavorazione, cultura e tradizione influiscono moltissimo sul prodotto finale.
Solo la raccolta del germoglio e le prime giovani foglioline contraddistinguono i tè di alta qualità. La scelta tra le diverse parti della pianta è una delle caratteristiche che identifica il gusto finale del tè.
Cottura: subito dopo la raccolta le foglie vengono immediatamente cotte.
Questo processo blocca l’ossidazione enzimatica e varia in base alla regione di origine. Durante questo passaggio gli zuccheri e le proteine sono trasformate dal calore contribuendo a dare al tè un sapore distintivo. La cottura nel wok, tipica della Cina, dona un aroma di nocciole tostate o cereali. Mentre la cottura tradizionale giapponese al vapore, conferisce un sapore dolce di erbette fresche.
Rollatura: a questo punto della lavorazione questa operazione permette di “fissare” il gusto, perché la struttura interna della foglia si rompe modificando la composizione aromatica del tè. Durante la rollatura le foglie acquisiscono la forma definitiva.
Al momento dell’acquisto in negozio il tè verde si può presentare in tantissime forme diverse. Piccole palline, foglie di varia dimensione, arrotolate in piccoli “cilindri”. Addirittura in polvere come nel caso del tè matcha.
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