Cha Ye in lingua cinese vuol dire foglia di tè.
E la foglia del tè sarà la protagonista del nostro blog, delle nostre chiacchiere, dei nostri viaggi reali e virtuali alla ricerca delle emozioni che ci trasmettono lo scoprire nuove varietà e il prepararle con cura e rispetto.
Bere in modo consapevole, non distrattamente, ci permetterà di cogliere, sorso dopo sorso il potere ristoratore, calmante e terapeutico che solo queste foglie hanno. Così come la capacità di unire e metterci in contatto diretto con la natura.
Vi condurrò lungo un percorso, che inizia oggi con una facile introduzione alla botanica della pianta del tè, e che continuerà con approfondimenti dedicati sia alle varie categorie, dai tè bianchi ai pu er, sia ai paesi di origine, dalla Cina all’India, per conoscere i diversi metodi di lavorazione delle foglie e di infusione. Parleremo di aromi e come percepirli al meglio con degustazioni guidate.
Gli argomenti sono tantissimi e se vi va potrete inviarmi dei suggerimenti su cosa vi piacerebbe si parlasse.
Buona lettura e buon tè.
La pianta del tè è la Camellia Sinensis, la denominazione venne data dal botanico Linneo nel 1735. Camellia in ricordo del gesuita George Joseph Kamel, Siensins in riferimento alla presunta origine cinese.
E’ un arbusto sempreverde della famiglia delle Theaceae, che in condizioni naturali, selvatiche, può anche raggiungere i 15 metri di altezza, ma per la coltivazione viene spesso mantenuto ad un’altezza di circa 1 metro per facilitarne la raccolta delle foglie, la cui forma è acuminata, con margine dentato, di color verde chiaro lucido da giovani, verde scuro e di consistenza coriacea con l’avanzare dell’età.
La lunghezza cambia in base alla varietà e alla zona di coltivazione, se questa si trova in regioni con abbondanti precipitazioni annuali, risulteranno più grandi rispetto a quelle coltivate in zone meno piovose, questa caratteristica non inficia sulla qualità del prodotto finale, ma certamente sulla composizione organolettica.
I fiori costituiti da 7/8 petali sono di color bianco e fioriscono in autunno, i frutti sono capsule legnose che a maturità contengono i semi.
E’ ormai appurato che l’origine è da identificarsi nella grande area cinese definita Xinan, geograficamente situata a sud ovest. Fin dai primi utilizzi veniva impiegata come rimedio medicinale, come atipiretico, antiinfiammatorio, digestivo, per poi passare anche ad un utilizzo culinario. Ancora oggi in alcune zone della Cina, della Corea o del Vietnam, le foglie di tè sono ingrediente principale di pietanze antiche, tramandate fino ai giorni nostri dalle minoranze etniche.
Molte varietà sono coltivate in diverse parti del mondo, ma le più importanti sono:
- Camellia Sinensis var. Sinensis
- Camellia Sinensis var. Assamica
La Camellia Sinensis Sinensis è la varietà più antica utilizzata per la produzione di tè, resiste alle basse temperature, viene coltivata ad altitudini elevate, anche in regioni con condizioni climatiche difficili (Cina, Giappone, Iran, Turchia). Ha una vita produttiva molto lunga, a dir poco centenaria, conosciuta come la madre delle migliori cultivar che producono tra i più importanti, antichi e pregiati tè Cinesi e Giapponesi.
La Camellia Sinensis Assamica fu classificata per la prima volta dal Maggiore Robert Bruce in Assam, India, agli inizi del 1800, da sempre presente in Yunnan, Cina, dove è autoctona, si coltiva anche in India, Sri Lanka, Africa e Sud America, nelle rispettive zone tropicali. Le qualità migliori sono coltivate ad altitudini elevate, ma la maggior parte delle piantagioni si trova in zone pianeggianti o collinari. Ha una vita produttiva pluricentenaria, basti pensare ad alcune piante di Pu er in Yunnan che possono raggiungere gli 800 anni.
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